martedì 20 giugno 2017

MANIFESTO PUNK AGRICOLO


I nostri pronipoti troveranno barbara l'usanza di nutrirsi di animali. Nei prossimi anni milioni di persone sceglieranno di mangiare a un gradino più basso della catena alimentare, così da permettere che milioni di altri possano ottenere quanto occorre per sopravvivere. Se ciò succederà, aumenterà il livello di salute globale - nostra, del Sud del mondo, del pianeta.
(Jeremy Rifkin, autore di "Ecocidio")

Siamo tutti drogati, miliardi di esseri umani nelle mani dei pusher planetari, le multinazionali dell'alimentazione , del farmaco, del petrolio e delle armi, le quali quotidianamente ci propinano la nostra dose di droga sotto forma di alimenti di derivazione animale, e come tutti i tossici siamo talmente assuefatti fin dalla nostra tenera età che non ci rendiamo conto della devastazione che procuriamo al nostro organismo, non ci rendiamo conto dei miliardi di esseri viventi che vengono sacrificati a tale scopo, non ci rendiamo conto dei disastri che procuriamo all'ambiente, e dal momento che questi alimenti come tutte le droghe danno dipendenza, continuiamo imperterriti ad alimentare questo immane olocausto animale, inoltre questa droga mortale confezionata , pubblicizzata e distribuita con quotidiane massicce e invasive campagne pubblicitarie è anche intrisa di violenza e sopraffazione e ormai ci siamo talmente abituati alle guerre, ai massacri quotidiani in ogni luogo del pianeta, alle stragi e agli omicidi sempre più frequenti che non ci facciamo più caso, al massimo siamo capaci di un'alzata di sopracciglia o una esclamazione più o meno colorita se un efferato episodio ci capita più da vicino, dobbiamo cercare di tornare a frequentare gli animali di diverse specie, stare a contatto con loro, abbiamo moltissimo da imparare da questi miti abitanti del pianeta, che siano mucche o cavalli, conigli o maiali, e poi oche, galline e tante altre specie, visitiamo i rifugi di animali salvati dal macello, in Italia ve ne sono ormai molti ed uno di questi è Agripunk, un luogo particolare, qui di seguito la loro storia che vi chiedo di leggere e condividere, e se potete date un piccolo contributo, gli animali ospiti ve ne saranno infinitamente grati, grazie!

MANIFESTO PUNK AGRICOLO
Agripunk non è un utopia, è una dimostrazione pratica dell'antico detto «si stava meglio quando si stava peggio». Vedilo come un viaggio. Un lungo viaggio. Con tante fermate e gente semplice da conoscere. Con un mondo da scoprire ripartendo dalle cose infinitamente piccole come gli aculei di ortica che ti si sono appena piantati sulla pelle, per poi trovarti a pranzo a condividere un piatto con la stessa ortica che ti ha morso.
Non è poi così cattiva come la dipingono quell'erbaccia che tutti vogliono estirpare.
Questa pianta ci rappresenta.
In una guerra tra tagliaerba infernali e diserbanti, gli agricoltori spendono tutte le risorse in pesticidi fabbricati dalle megaindustrie petrolchimiche del nazifascismo multinazionale.
Non ci sarà libertà per nessuno finchè ci saranno dei padroni e delle autorità.
Basta prendere una zappa e fare uno di quei movimenti che probabilmente sono la sola ragione dello sviluppo evolutivo millenario del fisico e della mente dei nostri cari sapiens sapiens.

Zappare, camminare, rastrellare, vangare, riposarsi su un'asse di legno.
Procurarsi cibo senza comprarlo e senza essere schiavo di una società a cui volerlo sottrarre.
Tutte cose che sono state minuziosamente eliminate poco a poco dalle vite di molti. Senza che tanti altri se ne accorgessero e grazie a pochi altri che hanno fatto finta di niente. Altri come me, come te, come noi tutti.
Ed ora ti ritrovi a passare la vita in un carcere fisico e mentale, con luce filtrata da fantasmi sospesi nel cielo, imprigionato da una busta paga o da una provvigione sul venduto, da un mutuo prima casa o dai versamenti per arrivare alla pensione.
E' molto più utopica questa società in cui vivi che la semplice assenza di società sostituita dalla solidarietà del libero pensiero e dal fuoco che distrugge ogni forma di dominio esistente e libera il vivente.
Al nazifascismo delle megaindustrie e degli ipermercati, al razzismo diffuso tramite la stampa e la televisione di regime, non reagiamo con le manifestazioni nazionali, valvola di sfogo del cane che si morde la coda girando su se stesso.
In piazza ultimamente abbiamo visto troppi personalismi e troppi tricolori, ci fanno vomitare.

Azione diretta non è chiedere altre leggi. Non è chiedere giustizia.
Azione diretta è non accettare l'ingiustizia e liberare i prigionieri.
Non staremo qui a sindacare su cosa ognuno di noi possa fare.
La nostra risposta è mettere le idee in comune. Liberare il pensiero, e di conseguenza la parola e tutte le altre libertà di cui ogni individuo sia felicemente privato.
Alla società del dominio tecnologico rispondiamo con la solidarietà individuale e il volontariato.
Rispondiamo con l'aggregazione sociale, attraverso lo svolgimento e la promozione di attività culturali, ricreative e artistiche al fine di migliorare la conoscenza del pianeta e delle sue tribù di ogni specie, nel rispetto del vivente e distruggendo il muro di silenzio che si erige a protezione del sistema esistente. Qualunque esso sia.
Rispondiamo continuando l'opera dei compagni antifascisti che sono stati pestati a sangue, assassinati negli incidenti stradali, fagocitati dai cantieri e dalle acciaierie, imprigionati, strangolati dalla compagnia dei veleni. Tutto questo a causa del sistema esistente sempre basato sul dominio fascista e sulla repressione attuata dallo stato nazionale e multinazionale.
L'allegra compagnia antispecista


L'appello di Dez


Mancano poco più di 10 giorni alla fine della nostra raccolta fondi e l'obbiettivo è ancora molto lontano.
Vi sto chiedendo con il cuore in mano di partecipare cliccando e donando qualcosa su https://www.gofundme.com/supportAgripunk

Il perchè ve lo spiego qui sotto...

Sono nata in un paesino di campagna in provincia di Venezia e ho studiato scultura all’istituto d’arte a Padova.
Fino all’inizio del 2013 facevo la restauratrice di affreschi, sculture di marmo e legno, stucchi e intonaci.
Un bel lavoro, mi piaceva davvero molto anche se non era proprio così leggero (si, anche un* vegan* può fare il muratore o quasi) e m'ha distrutto una spalla.

Fin da piccina ho conosciuto gli animali vivi e liberi nel loro ambiente, chiusi e sfruttati nei piccoli e medi allevamenti della zona, morti e appesi dopo essere stati cacciati.
Ho visto maiali sgozzati e fatti diventare salami, lepri scuoiate appese a sgocciolare dai fili per il bucato, mucche munte mentre vitelli bevevano latte ricostruito da un secchio, pesci appesi all’amo per essere lasciati a morire al sole
…ed era tutto normale.

Un giorno ha iniziato a darmi fastidio tutto questo e all’improvviso, nel 1995, tutto questo non fu più normale.
Decisi di colpo di smettere di mangiare carne e pesce, perché in mezz’ora di filmato vidi condensate tutte le violenze compiute nel nome del dominio, della mercificazione e dello sfruttamento.

Portai avanti la mia personale battaglia fino al natale del 2009 quando capii che ero incompleta, che stavo ancora sempre e comunque condannando qualcuno.
Smisi di mangiare anche latte, uova e derivati vari, di usare prodotti testati, di finanziare le multinazionali, di usare la pelle per vestirmi.
Iniziai ad usare i social (prima non avevo nemmeno il computer praticamente) e iniziai a conoscere persone che abitavano vicino a me e che erano vegetariane prima e vegani poi.
Mettemmo su un piccolo gruppetto locale e andavamo a fare volontariato in canile e banchini informativi.
Poi con un altro gruppo locale partecipai a tante iniziative e ho partecipato anche a campagne e cortei di altre associazioni, sindacati e coordinamenti dove ho conosciuto la maggior parte di voi.

Nel frattempo conobbi il mio compagno, David, che era stato vegetariano (ma deluso dalla mancanza di concetti antifascisti nell’animalismo) e che abitava accanto ad un allevamento di tacchini in un podere in Toscana che da tempo sognava di poter prendere e trasformare in qualcosa di diverso.
Iniziammo a discutere di antispecismo e smise di nuovo di mangiare animali e di contribuire al loro sfruttamento.

Nel 2013 sono stata messa in mobilità e poi licenziata così mi sono trasferita da lui ad Ambra, ed insieme abbiamo lavorato per oltre un anno per far chiudere l’allevamento, cosa accaduta a fine maggio del 2014.
Abbiamo cercato sostegno per non farlo riaprire e abbiamo creato qualcosa che fosse al suo esatto opposto: da luogo di prigionia a luogo di liberazione usando tutte le nostre forze e i nostri soldi.

Abbiamo faticato tantissimo ma alla fine abbiamo trovato il supporto per iniziare.

Ad aprile del 2015 abbiamo fondato la Agripunk onlus, la nostra associazione per la tutela di animali e ambiente, con lo statuto incentrato sulla conversione e rinascita di questo podere composto da 3 appartamenti, 2 case, vari fondi, i 7 capannoni dell’ex allevamento, 5 ettari coltivabili inclusi vigneti per fare il vino ed ulivi per fare l’olio, oltre ad altri 20 ettari di prati, boschi, sorgenti, torrenti e un lago dove poter lasciar pascolare liberi gli animali liberati e dove dare riparo dalla caccia a quelli selvatici.
Per un totale di 26 ettari ossia 260.000 metri quadri.
Il tutto dedicato a quegli animali e umani che riescono a liberarsi o essere liberati dallo sfruttamento e dall’uccisione.
Il tutto senza mai sfruttare o usare nessuno di loro, mai.
A novembre 2015 abbiamo stipulato un affitto a riscatto con i proprietari del podere, non con l'allevatore.

Agripunk così è diventato un rifugio per animali di ogni specie: polli e papere, maiali e conigli, pecore e capre, mucche e asinelli.
Attualmente vivono qui oltre un centinaio di animali e molti altri ancora potrebbero arrivare.
Ma non solo. E' anche un laboratorio di autoproduzioni e creatività.

Abbiamo tantissimi progetti in cantiere: sala prove per le band, recupero tecnologia usata, recupero mobili, sciroppi e preparati con le erbe spontanee, organizziamo eventi informativi sulle lotte contro il dominio e contro ogni forma di sfruttamento animale, umano e non umano, facciamo recupero e riproduzione di semi e piante, vogliamo creare laboratori di artigianato e artistici insomma vogliamo creare tutta una serie di cose che ci permettano tra qualche anno di essere autosufficienti fino ad arrivare ad aiutare anche altre realtà e persone bisognose.
Siamo tutti volontari, non mettiamo mai un prezzo per fare un profitto, chiediamo un offerta libera per supportare il posto.

Da un pò di mesi parte di quel supporto iniziale è venuto meno nonostante la nostra continua disponibilità e siamo in difficoltà.
Tutto quello che è stato fatto fino ad ora non ha avuto il sostegno che meritava.
In pochi hanno compreso che le spese che affrontiamo per l’affitto le affronteremo comunque se gli animali fossero 10, 100 o 1000.
Dico 1000 perché questo è il potenziale di questo posto, tra grandi e piccoli animali, e se ognuno di coloro che ha a cuore la questione animale, l’antispecismo o anche solo se ognuno di coloro che hanno contribuito a salvare gli animali che già abitano qui ci supportasse con una quota minima mensile, ce la faremo in un attimo.
La nostra pagina è seguita da più di 6000 persone.

Un euro a testa sarebbero 6000 euro al mese ossia 2 mesi interi di affitto più altri fondi per pagare il cibo per gli animali, i materiali per i lavori, le attrezzature per iniziare tutte le attività che abbiamo in progetto (ad esempio una cucina a norma asl, impianto per serigrafia, un forno per il pane, altri pozzi per l’acqua, attrezzi per coltivare, materiale per recintare l’intero perimetro, ciò che serve per rifare i capannoni e trasformarli per bene in stalle, fienili, serre)

Il potenziale abitativo è per almeno 10 persone con le quali suddividersi i vari compiti.
E nel giro di un paio di anni si arriverebbe all’autosufficienza, con la possibilità di dare un tetto anche a chi ne ha realmente bisogno ma non ha nulla da dare, se non la propria buona volontà.
Ora siamo solo in 4 a gestire tutto… ce la facciamo però iniziando alle 5 del mattino e andando a dormire all’una di notte.

Se avessimo qualcuno che ci aiuta anche fisicamente costantemente sarebbe tutto più semplice sia la gestione quotidiana sia la realizzazione di tutti questi progetti.

Io sono la presidente di questa associazione ma poco importa.
Quello che davvero importa è questo.

Ho visto con i miei occhi cos’è un allevamento a terra.
Ho guardato piangendo gli occhi lucidi dei tacchini che erano qui rinchiusi.
Ho visto come arrivano gli animali dagli allevamenti e ho fatto tutto ciò che è in nostro potere per ridare loro la dignità che in quei luoghi perdono.

Insieme a David abbiamo lottato per far finire tutto questo e far iniziare qualcosa di unico.
Abbiamo lottato con asl e istituzioni per cambiare le loro regole e non risultare “allevamento”.
Abbiamo lottato per le mucche di Suzzara, per far segnare loro come animali non più sfruttabili e di conseguenza anche tutti coloro che entrano nel nostro rifugio.
Abbiamo lottato per salvare Scilla.
Abbiamo lottato anche per tanti altri, a volte riuscendoci e a volte no perchè e che cazzo siamo umani.

E vogliamo essere qui, ancora e sempre, per continuare a lottare ancora perché tante altre lotte sono in corso.
Per altri che possono farcela ad essere liberati.
E vogliamo esserci anche per dare disponibilità ad altri che vogliono lottare e che riescono a liberare.
Siamo qui per questo e alcuni di voi lo sanno.
Agli altri che non lo sanno voglio dire che se falliamo noi, fallite tutti.
La nostra è una piccolissima vittoria ma che vuol dire molto.

Fallire significherebbe darla vinta ad Amadori, darla vinta all’industria della carne.
Perché alla fin fine lo sapete vero che se noi andiamo via da qui riapriranno un altro allevamento?
Magari rispettoso del “benessere animale” con i polletti che razzolano, ma che dopo 6 mesi finiscono comunque al macello.
E non servirà a nulla allora andare davanti a quel macello a dire che non è giusto tutto questo.
Ci esaltiamo tanto perché siamo sempre di più… ma dove siamo?
Cosa stiamo facendo?
Abbiamo l’opportunità di dare una risposta concreta al sistema e ce la lasciamo sfuggire in questo modo?
Non so voi, ma io non di certo.
Noi non di certo.
Faremo come sempre di tutto per rimanere qui a continuare il nostro presidio davvero permanente, reale e concreto.

Volete avere l’opportunità di poter dire che nel vostro paese esiste il rifugio per animali da reddito e per persone più grande, forse, d’Europa?
E allora aiutateci!

Siate al nostro fianco!
Perché sennò sarete costretti a dire, in futuro, che avevate l’opportunità di avere tutto questo e di esservelo lasciato sfuggire perché eravate troppo impegnati a inseguire un sondaggio, un burger vegano oppure perché vi stiamo antipatici.

Ma questa non è una questione personale... è una lotta, è una battaglia.

Ed è questo che serve ora!

E’ la lotta contro la mercificazione.

E’ la lotta contro lo sfruttamento.

E’ la lotta contro il sistema.

Dalla base, dall’allevamento.

Un posto “loro” che diventa nostro e non per grazia ricevuta.

Frutto sempre e solo della lotta.

Continua ed inesorabile.

Ora, vi unite a noi in questa lotta o rimanete a guardare l’ennesimo fallimento dell’antispecismo?

Se entro il 30 giugno non riusciamo a dare gli arretrati dell'affitto, dobbiamo ricominciare una battaglia senza esclusione di colpi. E questa volta davvero "solo per loro".

Aiutateci, partecipate alla raccolta fondi.

Fatelo per Coco, Tormenta, Tempesta, Bufera, Pablo, Lucy, le 3 maialine, per le capre di Anna, Anselmo, Capri, Mona, Wilma, Spawn, Kessler e Setter, per Ilario, Mela, Nuby, Tina, Naomi, Bruto, Gianduia, Spumina, Meringa, Faustina, Sole, per Antonio e Zefiro, per i Pinckerton e l'allegra banda dei polli, per Maria, Raia, Mistica, Ginevra, Isotta, Morgana, Diablo, Zena, Bisbe, per Polzi, Io, Verdena, Stella e Scilla, per il Tenente e tutte le creature volanti, striscianti, saltellanti che qui vivono e per tutte quelle che devono arrivare e che senza di noi non potranno vivere.

Fonte: Agripunk

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