venerdì 14 ottobre 2016

Il grande inganno: “Spegnete la televisione e accendete il cervello” Un nemico chiamato Codex


Questo documentario esamina il legame tra alimentazione e salute umana e fornisce informazioni per fare le scelte più corrette per prevenire le malattie e vivere più sani. Si consiglia la visione completa.


Il grande inganno: “Spegnete la televisione e accendete il cervello” Un nemico chiamato Codex 

Di Simona Mazza

E' risaputo che una integrazione nutrizionale vegan, priva di tossine animali apporta benefici all’organismo. E’ altresì risaputo che i farmaci sono pericolosi per la salute e sono praticamente assenti nelle case dei vegani.

I vegan rompono le uova nel paniere. 

Da quando il veganesimo sta avanzando come l’armata rossa sul Reichstad di Berlino, le multinazionali stanno correndo ai ripari e con l’aiuto delle “sorelle”, le sempre presenti lobbie mediatiche, stanno mettendo in scena delle trasmissioni ingannevoli, di finta informazione, dove si parte dall’analizzare l’assunto della filosofia vegan con presunti esperti del settore (in realtà infiltrati), per poi indurli (comprandoli attraverso promesse di notorietà e altro) alla ritrattazione di certi principi base, una volta che abbiano ottenuto credibilità. Un po' come è accaduto con Jovanotti, l’ex dissidente che abbraccia le cause del governo o con Benigni, che da strenuo difensore della costituzione ne è diventato il più autorevole osteggiatore. 
Fioccano dunque le trasmissioni “pro vegan” durante le quali tuttavia, o non si da spazio a chi espone le proprie teorie (vedasi la trasmissione di Canale 5, Mattino 5 dove il dott. Facchini è stato addirittura minacciato dal giornalista Cecchi Paone) o peggio dove, chi dovrebbe portare avanti la causa vegan, cede a degli scivoloni intollerabili. Mi riferisco all’intervento del dott. Berrino che ha dichiarato nella prima puntata di “Indovina chi viene a cena,” 10/10/16 Rai Tre “va benissimo un bicchiere di latte”, anche se poi ha fatto una specifica sulle proprietà negative del latte vaccino. 
“Caro Berrino, il latte di cui parli si chiama latte di mucca e non semplicemente latte. Quel latte è destinato dalla natura al vitello e non alla specie umana. Quel bicchiere di cui parli così tranquillamente nasconde sofferenza, tortura, malattia, morte”. (Senatore Lello Ciampolillo) 
Cosa possiamo fare? Informiamoci e prendiamo coscienza di questa realtà. Il nostro blog è nato per questo. 

Lo strumento fondamentale utilizzato per condizionare e controllare le masse è la paura ed il megafono principe della paura è la televisione. 
Le lobbies dell’alimentazione e quelle farmaceutiche, lo sanno bene ed è per questo che assistiamo quotidianamente ad ogni genere di violenza mediatica finalizzata all’assoggettamento delle masse. 
Le lobbies foraggiano le nostre tv a suon di soldoni, dunque ecco una serie di pubblicità ingannevoli nelle quali viene spacciato per salutare o genuino ciò che non lo è affatto, come le merendine o il latte. Ricordate ad esempio un vecchio spot della Kinder che recitava “Più latte e meno cacao?” Si promuovevano le proprietà benefiche del latte: alimento non specie/specifico per il nostro genere, tossico, iperproteico, ricco di caseina (tra le principali cause del tumore), demonizzando invece il cacao: fonte preziosa di polifenoli in grado di incidere sul metabolismo del glucosio (prevenendo diabete, ipertensione, ipercolesterolemia e sovrappeso) e sul controllo della pressione arteriosa. (Capitolo a parte merita lo sfruttamento che sta dietro alla raccolta del cacao: un giro di affari di più di 60 miliardi di euro all’anno a livello mondiale, che si svolge tra Costa D’Avorio, Nigeria, Ghana, Camerun, Burkina Faso e altri paesi. In quell’area si produce circa il 90% del cacao che arriva poi al consumatore finale come polvere e prodotti finiti. I colossi del trading acquistano la totalità del cacao e poi lo rivendono alle varie multinazionali e grossisti, questi ultimi poi lo rivendono ai cioccolatieri artigianali. I traders si trattengono il 70% dei 60 miliardi, il 25% viene distribuito tra multinazionali, grossisti, artigiani, grande distribuzione e dettaglianti). 

Ma perché tutto ciò? La risposta è di una chiarezza lapalissiana: vogliono farci ammalare per controllarci meglio. Una persona malata infatti non è una persona libera. Chi e cosa c'è dietro al business? Il suo nome è Codex: un’arma potentissima nelle mani delle lobbies agroalimentari, della chimica e farmaceutica (i cui proprietari sono gli stessi delle corporation delle armi, energia, telecomunicazioni, ecc.). Codex è lo strumento chiave del mercato globale, quindi nelle mani della stessa Élite dominante. E’ lui ad etichettare gli “integratori vitaminici” come delle “tossine” invece di semplici alimenti, in virtù di ciò, si potrà imporre per legge una soglia “minima di dannosità”. In Italia ne abbiamo avuto prova il 21 maggio 2004, quando il Governo ha approvato un decreto legge in attuazione della Direttiva numero 2002/46/CE del “Parlamento Europeo e del Consiglio” teso ad uniformare le discipline degli Stati membri sugli integratori alimentari. 
Esempio lampante è la Vitamina C (acido ascorbico o sodio ascorbato). “L’apporto giornaliero è ammesso fino al 300% del valore di riferimento”. Siccome il valore di riferimento (RDA) è uno scarno 60 mg al giorno (che serve solo a prevenire lo scorbuto), significa che la Direttiva europea - tanto voluta delle lobbies del farmaco - impone un massimo giornaliero di 180 mg di Vitamina C (60 mg x 3 = 180 mg). Ergo: quando vi recate in erboristeria troverete difficilmente gli integratori in compresse da 1 grammo di Vitamina C perché sono illegali! 
Dov’è il trucco? Per legge non è stata imposta la soppressione delle compresse da 1 grammo, è stato invece abbassato il limite massimo del principio attivo. Lo stesso trucco è stato applicato per generare nuovi malati: abbassando le soglie di colesterolo, Psa, pressione arteriosa, glucosio, ecc. hanno creato milioni di nuovi consumatori di farmaci. 
Anche in questo caso, il regista è Codex. La logica al contrario, ovvero la logica del profitto.
Avere il controllo su integratori, farmaci ed alimenti significa controllare la salute di miliardi di persone (esattamente il 97% del pianeta). Fatta questa premessa capiamo bene che le lobbies del farmaco (tutte società quotate in borsa) non sono interessate a cercare le cure per i nostri mali, perché andrebbe a monte il business legato alla vendita delle siringhe, dell’insulina, dei farmaci, ecc. per quei 170 milioni di ammalati nel mondo. Idem per le malattie degenerative, cardiovascolari, cancro, ecc. Queste società puntano esattamente al mantenimento delle malattie! Una società costantemente malata è infatti una società facilmente manipolabile. 

Le dinamiche per creare i nuovi malati, le lobbies scovano ogni anno milioni di nuovi malati attraverso i cosiddetti screening. Lo screening (mammella, prostata, mappatura dei nei, ecc.) è il sistema per cercare il malato nel sano! Forse non tutti sanno che questi esami e relativi parametri di valutazione e catalogazione delle malattie sono scelti dalle stesse lobbies. Un esempio per tutti l’ipercolesterolemia. Il livello di colesterolo totale viene costantemente abbassato: oggi è 200 mg/dL di sangue (anche se c’è già chi spinge per 190 mg/dL), ma negli anni ’80 era addirittura 280 mg/dL. Basta a questo punto informarsi adeguatamente per comprendere la truffa enorme messa in atto dalle case farmaceutiche per vendere statine (non a caso farmaci usati da 80 milioni di persone nel mondo) e controllare la vita di centinaia di milioni di persone. Lo stesso dicasi per l’ipertensione arteriosa, il diabete, ecc. ecc. 

Cos’è il Codex Alimentarius? Il Codex Alimentari (Codice o Legge Alimentare), è un insieme di regole sull’alimentazione, adottate da 181 paesi (il 97% della popolazione mondiale), creato ufficialmente nel 1963 sotto l’egida, cioè sotto le ali protettive della F.A.O. (Food and Agricolture Organization) e dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità). La prima è nata nel 1945 con lo scopo ufficiale di gestire e controllare la nutrizione e le norme alimentari internazionali, ma il vero obiettivo è controllare le popolazione mediante il controllo degli alimenti! Quest’ultima è nata nel 1948 con lo scopo di salvaguardare la salute globale e in particolare di stabilire norme alimentari, ma il vero obiettivo è controllare le popolazione mediante il controllo e gestione della malattia! 
I codici riguardano: - Norme per i prodotti alimentari; - Codici di igiene; - Valutazione dei pesticidi; - Limiti dei residui di pesticidi; Linee guida dei contaminanti Valutazione degli additivi alimentari; Valutazione dei farmaci in veterinaria. Produzione degli alimenti, l’etichettatura e varie regolamentazioni sui livelli di sostanze chimiche permesse (inquinanti, pesticidi, tossine, additivi, ecc.), sul trasporto e la tracciatura, nonché le norme igieniche, ecc. Circa 200 codici per gli alimenti, 40 di igiene e 3200 limiti massimi di residui di pesticidi e farmaci veterinari. 
Il Codex dovrebbe facilitare gli scambi internazionali degli alimenti, ma in realtà è un sistema intergovernativo, o per meglio dire, il Sistema Sovranazionale che codifica e controlla l’alimentazione planetaria, pensato per avere il controllo totale su una delle cose più importante per la salute umana: l’alimentazione! All’interno di questo Codice ci sono nove comitati il cui lavoro viene applicato ai campioni di tutto il mondo. 
Piccola curiosità: il Comitato responsabile dei prodotti a base di cioccolata ha sede nella capitale mondiale della cioccolata ed il Comitato di gestione delle acque minerali hanno sede in Svizzera, il paese della Nestlé. La transnazionale elvetica oltre a gestire la trasformazione della cioccolata, controlla circa trenta marchi di acque minerali (Panna, Vera, Evian, Lievissima, Pejo, Terrier, Recoaro, San Pellegrino, San Bernardo, ecc. ecc.). 

La gestione mondiale dell’igiene alimentare è invece statunitense, paese in cui a seguito di ridicole intossicazioni alimentari (tipo salmonellosi), è nato un nuovo “Gruppo di Lavoro per l’Igiene Alimentare” (Food Safety Working Group) diretto da Michael Taylor, un avvocato della Monsanto! Che strana coincidenza: l’uomo che gestisce la “sicurezza alimentare” in America, lavora per la ditta che da decenni inquina il mondo con sementi transgenici e con prodotti chimici, devasta il pianeta con pesticidi letali, dissangua i poveri contadini con le royalty (il pizzo sulle sementi) e ammala centinaia di milioni di persone con gli ormoni della crescita bovina (che poi arriva in tavola tramite la carne, il latte e tutti i derivati). L’ulteriore inganno. 

Il Codex sponsorizza ovviamente, visti i nomi di chi gli sta dietro, gli alimenti geneticamente modificati. Essi pur essendo pericolosi, in virtù del sigillo Codex, potranno essere commercializzati liberamente e nessun paese potrà rifiutarsi, pena sanzioni. 
Un esempio su tutti è l’aspartame (codice 951) dolcificante di sintesi estremamente tossico, accettato dal Codex (nonostante sempre più studi indipendenti lo mettano all’indice) con soglie di “concentrazione massima” che rasentano il ridicolo. Ecco cosa riporta il sito ufficiale del Codex: - “Alimenti dietetici” la “concentrazione massima” di aspartame è di 1000 mg/kg di peso;[20] - “Altri zuccheri e sciroppi”, la “concentrazione massima” è di 3000 mg/Kg di peso;[21] - “Complementi alimentari” la “concentrazione massima” è di 5500 mg/Kg;[22] - “Chewing gum” la “concentrazione massima” di aspartame è di 10.000 mg/Kg.[23] Le gomme da masticare possono avere una “concentrazione massima” di aspartame pari a 10 grammi per chilo! Il veleno per topi fa meno male. Il lavaggio del cervello mediatico. 

Come abbiamo spiegato, si volevano e si vogliono solo tutelare gli interessi economici delle multinazionali e per farlo occorreva ed occorre entrare nelle case dei cittadini, (per lo più disinformati) per pilotare i loro pensieri e relativi acquisti, rendendoli perennemente schiavi e malati. (Basti pensare che Nestlè, con 90miliardi di dollari di fatturato, svetta fra i vari colossi). 
Il settore alimentare è indubbiamente anche tra i più interessanti dal punto di vista economico: secondo la FAO infatti i fatturati annui si aggirerebbero attorno ai 400 miliardi di dollari. 

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